Tuesday, December 23, 2014

News- il Coordinamento AGCI e piu

Costituito a Roma il Coordinamento AGCI Giovani Si è costituito a Roma, presso la sede nazionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, il Coordinamento AGCI Giovani, che riunisce i rappresentanti under 40 delle strutture territoriali e delle imprese aderenti. Dopo l’apertura dei lavori da parte del delegato della Presidenza Nazionale, Carlo Scarzanella, è intervenuto il Presidente Rosario Altieri, che ha tracciato il quadro all’interno del quale AGCI Giovani sarà chiamata ad operare per la promozione della cultura cooperativa e la diffusione del modello mutualistico: un quadro caratterizzato certamente da evidenti criticità legate soprattutto al perdurare della crisi, ma anche da molteplici opportunità connesse, tra l’altro, alla capacità della Cooperazione di innescare processi virtuosi di sviluppo delle comunità locali e di valorizzazione del capitale umano, di assicurare un significativo contributo in termini di produzione di ricchezza e di mantenimento dei livelli occupazionali, nonché di sperimentare strade nuove e ricche di prospettive degne di attenzione quali, ad esempio, le cooperative tra professionisti. Numerosi ed interessanti sono stati gli interventi da parte dei presenti, che hanno riferito le proprie esperienze e sottolineato, in particolare, le difficoltà degli imprenditori, anche cooperativi, di sopravvivere nell’attuale contesto e la necessità, spesso, di guardare oltre confine per trovare quegli spazi che il mercato interno non offre più. AGCI Giovani nasce, quindi, come organismo aperto e, per ciò stesso, provvisorio, il cui lavoro, affidato al coordinamento di Antonella Cappadona, potrà condurre entro la primavera 2015 alla determinazione della sua compagine definitiva. COMUNICATO STAMPA:Alleanza Cooperative Italiane Mafia Roma «Se una Spa corrompe il sistema è salvo. se lo fa una cooperativa il sistema è marcio. Punire i singoli, non colpevolizzare settore» «Quando una Spa o una Srl compiono attività illegali che vanno dalla corruzione all’essere contenitore per attività economiche della criminalità non si mette in discussione l’impresa lucrativa o di capitali. Ed è giusto, perché la responsabilità è dell’imprenditore o dell’impresa che opera in modo illegale o criminale. Se capita con le cooperative, invece il sistema è marcio. No, noi non ci stiamo». Lo dicono Mauro Lusetti, Maurizio Gardini e Rosario Altieri, presidente e copresidenti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane in risposta a Susanna Camusso segretario generale della Cgil. «È il sistema Italia che non funziona. Se l’Italia è il paese più corrotto d’Europa non sarà per colpa delle cooperative e delle imprese in generale che concorrono sul mercato corrompendo la PA. Le misure e gli strumenti per intervenire e combattere la corruzione ci sono. Siamo i primi a incoraggiare magistratura e forze dell’ordine a ripristinare la legalità. Chi concorre falsando le regole va fermato chiunque sia, ma non possiamo accettare che un sistema economico, quello cooperativo, che rappresenta l’8% del Pil e da lavoro a 1,3 milioni di persone venga bollato come malato e corrotto». «Riguardo alla cooperazione falsa, spuria e illegale ricordo che Governo, Centrali Cooperative e Sindacati, Cgil compresa, hanno siglato l’Avviso comune che ha portato alla nascita di 100 osservatori provinciali, strumento avanzato nella lotta alla cooperazione illegale. Le leggi ci sono vanno applicate, non è la moltiplicazione delle leggi che risolve i problemi, ma la sua attuazione». L’Avviso 25 di Fon.Coop – Tre milioni di euro per piani formativi settoriali e pluriregionali Fon.Coop, il Fondo interprofessionale delle imprese cooperative e dell’economia sociale torna a finanziare i piani settoriali. Lo scorso 28 novembre è stato pubblicato l’Avviso 25 settoriale con una dotazione di 3 milioni di euro, suddivisi in 12 settori d’attività che identificano le caratteristiche economiche delle associate al Fondo. Formarsi insieme per formare in grande, è questo l’obiettivo dell’Avviso 25: aggregando infatti la domanda formativa di più imprese di uno stesso settore o filiera economica il Fondo promuove una formazione integrata che sviluppa e valorizza le competenze necessarie per il rilancio delle cooperative in sintonia al proprio settore di appartenenza. Caratteristica dell’Avviso è anche favorire la pluralità territoriale: ogni piano deve infatti prevedere la presenza di imprese appartenenti ad almeno 4 regioni diverse, di cui una deve essere necessariamente del sud, e questo per stimolare un dialogo ed una collaborazione che includa territori più svantaggiati. La modalità con cui deve essere presentato l’accordo di concertazione sottolinea l’impegno ed il ruolo giocato in questo Avviso dalle Parti Sociali costituenti il Fondo. L’accordo sindacale può essere solo di livello nazionale e, se sottoscritto dagli organismi nazionali di settore di tutte le associazioni cooperative e da tutte le corrispondenti organizzazioni sindacali nazionali, il piano viene considerato strategico. L’Avviso 25 settoriale è il primo Avviso che utilizza il Nuovo Sistema informativo del Fondo, GIFCOOP. Le imprese e gli Enti di Formazione per partecipare all’Avviso dovranno preventivamente registrarsi a GIFCOOP. Tutte le informazioni sull’Avviso e sulla modalità di registrazione a GIFCOOP sono disponibili sul Sito. Il testo dell’Avviso è su www.foncoop.coop. Unlocking the potential of the social economy for EU growth A Roma, il 17 e 18 novembre 2014, presso l’Auditorium del Massimo, più di 170 relatori provenienti da 25 Paesi hanno discusso sul ruolo della Social economy in occasione della Conferenza promossa dal Ministero del Lavoro nell’ambito della Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea. “Liberare il potenziale dell’economia sociale per la crescita in Europa”: questo lo slogan della manifestazione ed il tema di cui si è dibattuto nelle sessioni plenarie e nei dieci gruppi di lavoro tematici che hanno approfondito aspetti specifici quali le politiche di supporto a livello nazionale e comunitario, il rapporto con il settore pubblico e gli strumenti finanziari possibili. Le conclusioni dei lavori sono sintetizzate nel documento finale “La strategia di Roma”, da cui emerge innanzitutto la necessità di una visione d’insieme che consenta di mettere a frutto tutte le potenzialità di questo settore, insieme alla richiesta di un adeguato sostegno e di una efficace azione di promozione da parte della Commissione UE per far sì che esso possa davvero rappresentare un primario fattore di sviluppo per l’Europa. Alla due giorni ha partecipato la coordinatrice del settore AGCI Solidarietà, Giuseppina Colosimo, la quale è intervenuta al working group dedicato al tema “Economia sociale ed occupazione”, esponendo le riflessioni di seguito riportate. Nel nostro Paese, l’esclusione prolungata e in taluni casi permanente dal mondo del lavoro, continua ad essere un fenomeno rilevante, che colpisce in particolar modo alcune fasce di popolazione. L’esclusione dal mercato del lavoro porta con sé fenomeni sociali preoccupanti, quali la persistenza di ampie fasce di povertà e la riduzione del potere di acquisto delle famiglie; altri effetti riguardano problemi sociali, familiari e di salute connessi a tale esclusione. L’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati è, in un certo senso, un “bene comune” che produce “esternalità positive” a favore delle comunità locali in termini di aumento della sicurezza e della coesione sociale, di qualità della vita e, non da ultimo, di risparmio di risorse pubbliche investite in servizi di cura e di contenimento che ne fanno uno dei migliori esempi di politiche attive del lavoro e di “welfare dello sviluppo”; va infatti evidenziata l’ampiezza e la dinamicità delle azioni della cooperazione sociale a sostegno dell’inserimento al lavoro. La cooperazione sociale è stata in questi anni in grado di inserire entro un ciclo produttivo competitivo i lavoratori svantaggiati (oltre 35 mila) che le altre imprese non riescono ad integrare, si è dimostrata attenta a fasce marginali del mercato del lavoro quali giovani, donne con carichi familiari e lavoratori anziani, ha operato con successo il collocamento di lavoratori deboli presso imprese ordinarie, si è affermata come protagonista dello sviluppo locale. Emerge con chiarezza che la cooperazione sociale per l’inserimento lavorativo non si riduca alla cooperazione sociale di inserimento lavorativo: a partire dall’esperienza sempre rilevantissima delle cooperative sociali di tipo B, la cooperazione sociale ha infatti, nel corso degli anni, costruito una molteplicità di strumenti per rispondere ad un insieme articolato di esigenze. La cooperazione sociale è in grado di offrire un contributo importante per superare l’esclusione dal mercato del lavoro: sta sul mercato valorizzando i lavoratori che altre imprese non riescono ad inserire nel ciclo produttivo, rende persone escluse dal mercato del lavoro inseribili in contesti ordinari, porta esempi di successo come soggetto promotore di iniziative di sviluppo locale. La cooperazione sociale dimostra come sia possibile fare impresa, vera impresa, competendo sul mercato, investendo, crescendo e incrementando l’occupazione, con il coinvolgimento nel processo produttivo di lavoratori che le altre imprese tendono ad escludere. Da oltre quarant’anni il nostro Paese si è dotato di misure tese a favorire l’occupazione di persone che rischiano di rimanere escluse dal mercato del lavoro. Le normative che tutelano il diritto al lavoro delle persone con disabilità rappresentano un concreto esempio di tutela del diritto al lavoro riconosciuto dalla Costituzione e hanno precorso una concezione culturale importante, in cui la cooperazione sociale si riconosce, tesa a responsabilizzare le imprese e la società circa l’integrazione sociale e lavorativa di tutti i suoi membri. L’esperienza delle cooperative di tipo B è da oltre trent’anni al centro dell’attenzione nel nostro Paese e nel contesto europeo. Oltre 35 mila persone svantaggiate oggi hanno occupazione, reddito e piena partecipazione alla cittadinanza grazie alle cooperative sociali: persone con disabilità, con problematiche di salute mentale, persone che escono da percorsi di dipendenza o dal carcere. Le categorie di svantaggio riconosciute dalla legge 381 del 1991 rappresentano solo una quota dei cittadini a rischio di esclusione dal mercato del lavoro che trovano opportunità di impiego nelle cooperative sociali. Molti altri lavoratori delle cooperative sociali sono caratterizzati da bassa qualificazione, età avanzata, presenza di carichi familiari difficilmente conciliabili con il lavoro, situazioni problematiche personali e familiari che ne determinano la presa in carico da parte dei servizi sociali, provenienza da paesi esterni alla Comunità Europea etc. Lavoratori quindi che, senza questa opportunità, rischierebbero un’esclusione permanente dal mercato del lavoro. Le cooperative sociali hanno conseguito questi risultati grazie all’adozione di soluzioni organizzative che hanno permesso l’abbassamento della soglia di ingresso nel mercato del lavoro, tale da consentire l’accesso al processo produttivo – reale, non simulato – anche a persone che normalmente ne sono escluse; l’inclusione nella produzione, all’interno di un contesto che prevede specifiche azioni volte a favorire la crescita e la professionalizzazione delle persone inserite, ha rappresentato un’innovazione sociale in grado di assicurare contemporaneamente reddito, autonomia, aumento delle capacità, integrazione sociale. Oggi bisogna essere in grado di svilupparsi in un contesto sempre più competitivo. La strategia di crescita va impostata tenendo conto della necessità di mettere in campo professionalità, reputazione, investimenti; e questo richiede alle cooperative di ragionare su consolidamento, inserimento in reti consortili, talvolta fusioni con altre cooperative. Insomma, strategie finalizzate al rafforzamento imprenditoriale. Le cooperative sociali di inserimento lavorativo hanno dato prova di competere ad armi pari con le altre imprese. La quota di commesse di lavoro derivanti da affidamento diretto da parte delle pubbliche amministrazioni è limitata, mentre la maggioranza del valore della produzione deriva da commesse conseguite sul mercato in concorrenza con altri soggetti, cooperativi e non. In questi anni è emerso come, accanto alla presenza significativa in alcuni mercati a rischio di saturazione e ad elevata concorrenzialità “al ribasso” (pulizie, manutenzione del verde, ecc.), le cooperative sociali si siano affermate con successo in un ampio ventaglio di attività – ad esempio attività informatiche e di elaborazione dati, impiantistica, turismo, agricoltura biologica, produzione di impianti per energie rinnovabili, attività artigianali e industriali, attività editoriali - alcune delle quali caratterizzate da una significativa propensione all’innovazione di prodotto e ad attrarre tecnologie e professionalità elevate, riuscendo tra l’altro a individuare soluzioni organizzative per includere in tali processi produttivi le persone in condizione di svantaggio. Sommet International des Coopératives - Québec 2014 Cooperative’s power of innovation Dal 6 al 9 ottobre scorsi si è tenuta in Canada la seconda edizione del Summit Internazionale delle Cooperative, l’assemblea biennale in occasione della quale i dirigenti delle imprese mutualistiche provenienti da tutti i Paesi del mondo si riuniscono per discutere della situazione presente e delle sfide future che ci attendono. Quest’anno la manifestazione è stata incentrata sul tema della capacità di innovazione delle cooperative con riferimento ai seguenti argomenti strategici: crescita e sviluppo della Cooperazione, finanza e capitalizzazione, sicurezza alimentare, servizi socio-sanitari ed occupazione. Ne hanno dibattuto circa 200 esperti di fronte ad una platea che complessivamente, nella quattro-giorni, ha superato i 3.000 partecipanti e ha registrato la presenza di ben 93 Stati. Per l’Italia, hanno partecipato, tra gli altri, all’evento il Presidente AGCI e Co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Rosario Altieri, insieme a Carlo Scarzanella, componente il Board dell’International Co-operative Alliance in rappresentanza dell’ACI. Nell’occasione, si è svolta anche una riunione dello stesso Board finalizzata a fare il punto sullo stato di avanzamento del Blueprint, il Piano del decennio per le cooperative lanciato nel novembre 2013 durante l’Assemblea mondiale di Città del Capo e volto, tra l’altro, ad accreditare dette imprese quali soggetti costruttori di sostenibilità e meritevoli di particolare riconoscimento in quanto naturalmente inclini ad incorporare tale obiettivo nel proprio modello di valori e di funzionamento. Con 2,6 milioni di imprese, 1 miliardo di soci e 250 milioni di occupati, il Movimento cooperativo ricopre un ruolo fondamentale nell’economia di molti Paesi: i relatori hanno avuto modo, durante le diverse sessioni di lavoro, di comprovare che la Cooperazione è in grado di contribuire alla ricerca delle soluzioni più adatte ai problemi del mondo contemporaneo e di adattarsi ai continui cambiamenti del contesto in cui opera. Durante la manifestazione, il Presidente Altieri ed il dott. Scarzanella hanno avuto occasione di stringere rapporti con i rappresentanti della Cooperazione argentina e hanno altresì partecipato al ricevimento ufficiale al quale il Governatore Generale del Canada, Sir David Johnston, ha invitato i componenti l’ICA. Alleanza delle Cooperative Italiane Firmato il CCNL per le cooperative dello spettacolo 6 novembre 2014 E’ stato sottoscritto questo pomeriggio, presso il Palazzo della Cooperazione, a Roma, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli artisti, tecnici, amministrativi dipendenti da società cooperative e imprese sociali nel settore della produzione culturale e dello spettacolo. Questo CCNL è il primo del settore sottoscritto dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative che prevede la disciplina di tutte le attività e le figure professionali dello spettacolo, nonché un rafforzamento delle relazioni industriali nel settore Si tratta di una tappa storica. AGCI Culturalia, FederCultura Confcooperative, Legacoop Settore Cultura, per le centrali cooperative, e SLC CGIL, FISTel CISL e UILCOM UIL, per le organizzazioni sindacali, hanno portato a termine un percorso teso a creare uno strumento su misura per le imprese cooperative che operano nel settore e che sono state le prime a sollecitare l’avvio della trattativa. La cooperazione ritiene, infatti, che il valore della cultura vada espresso anche attraverso il rispetto di regole certe e negoziate e che vada combattuta la concorrenza sleale di chi si improvvisa e destabilizza il mercato come le false cooperative. In questo settore, sono ancora molti a ritenere che lo spettacolo non sia una professione e un’industria economicamente rilevante. Le cooperative operano da decenni nello spettacolo con professionalità e oggi si è finalmente riconosciuta la loro specificità anche dal punto di vista contrattuale. Nel CCNL vengono disciplinati il contratto intermittente e ad altri elementi di flessibilità fondamentali per chi è attivo in questo ambito, è introdotta una parte specifica sulla sicurezza dei lavoratori, si consente l’ampio ricorso all’apprendistato. E’un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo della cooperazione dello spettacolo. MASTER IN ECONOMIA DELLA COOPERAZIONE Presso la Scuola di Economia, Management e Statistica dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna (sede di Bologna) è attivato per l’annualità accademica 2014 – 2015 un Corso di Master Universitario di I livello In Economia della Cooperazione (MUEC XIII Edizione, XIX Ciclo). L’iniziativa si avvale della collaborazione e del supporto organizzativo di AICCON (Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e delle Organizzazioni Non Profit) ed è promossa e sostenuta dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e dalle tre “storiche” Associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela del Movimento Cooperativo che vi hanno dato vita (Associazione Generale delle Cooperative Italiane - A.G.C.I.; Confederazione delle Cooperative Italiane - Confcooperative; Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue - Legacoop). Il progetto didattico della XIII Edizione (XIX Ciclo) del Corso di Master, la cui durata è annuale, contempla una articolazione dell’iniziativa post-lauream in tre fasi temporalmente distinte: attività didattica in aula (gennaio – maggio 2015, per circa 200 ore), tirocinio curriculare (stage) presso imprese o strutture del Movimento Cooperativo (giugno – luglio [settembre] 2015, per complessive 300 ore), ritorno in aula (settembre 2015) per circa 30 ore. E’ previsto, per gli studenti lavoratori, un Project-work sostitutivo del periodo di tirocinio curriculare (stage). L’attività didattica d’aula del Corso si svolge esclusivamente nelle giornate del venerdì e del sabato mattina, per complessive 12 ore settimanali e per 21 settimane. Sarà possibile presentare le domande di partecipazione al colloquio di ammissione – che si terrà nella mattinata di sabato 6 dicembre 2014 – sino al prossimo lunedì 1 dicembre 2014. L’inizio delle lezioni dell’annualità è programmato per la mattinata di venerdì 16 gennaio 2015. Il Corso si tiene sotto la Direzione del Prof. Antonio Matacena, Ordinario di Ragioneria Generale ed Applicata (corso progredito) presso la Scuola stessa. INFO Per le informazioni di carattere didattico o scientifico (ovvero concernenti l’organizzazione generale dei lavori dell’annualità), è possibile contattare la Segreteria Didattica del Corso di Master ai seguenti recapiti: Master Universitario in Economia della Cooperazione MUEC | Università di Bologna | Scuola di Economia Management e Statistica| Piazza Antonino Scaravilli 2 - 40126 Bologna Telefono: 051 2098868 Fax: 051 2098040 E-mail: facecon.muec@unibo.it Le informazioni di carattere amministrativo possono essere invece richieste all’Ufficio Master dell’Università di Bologna, ai seguenti recapiti seguenti: Università di Bologna | Ufficio Master | Via San Giacomo 7 - 40126 Bologna Orari di apertura al pubblico: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 9 alle ore 11,15; martedì e giovedì dalle ore 14,30 alle ore 15,30. Telefono: 051/2098140 Fax 051/2098039 E-mail: master@unibo.it

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